Il Senato italiano ha approvato la ratifica del Protocollo 15 che modifica la CEDU, rendendone – finalmente – possibile l’operatività per tutti gli Stati membri.
🔎 I principali cambiamenti:
✔️ i tempi per rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo passeranno da 6 a 4 mesi dalla decisione nazionale definitiva – o dal verificarsi di una violazione per cui difetta un rimedio interno;
✔️ la remissione dalla Camera semplice alla Grand Chambre prescinderà dalla volontà delle parti;
✔️ un ricorso che riguarda pregiudizi trascurabili potrà essere dichiarato inammissibile anche se sul suo oggetto non vi è stata pronunzia del giudice nazionale;
✔️ sarà rafforzato il margine di apprezzamento statale nel garantire il rispetto dei Diritti Umani;
Nel percorso di una maggiore collaborazione tra Stati e Corte Europea, però, l’Italia resta indietro, non avendo ancora ratificato il Protocollo 16, che crea una auspicata sinergia nella tutela dei Diritti Umani tra il giudice nazionale e la Corte Europea, introducendo la possibilità che il primo richieda un parere non vincolante alla seconda su un caso specifico.
La speranza è che si rimedi al gap in tempi brevi.

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