La Corte di Giustizia dell’Unione Europea in un giudizio in cui occorreva quantificare le somme dovute dallo Stato alla vittima di una violenza sessuale, il cui responsabile era risultato nullatenente, ha stabilito che il sistema italiano di risarcimento per le vittime di reati violenti è inadeguato. In tali casi, le direttive europee stabiliscono che venga garantito dal Paese in cui il reato è stato commesso “un indennizzo equo ed adeguato“. La riprovevole legge 7 luglio 2016 n. 122, stabilisce che in queste situazioni, in Italia, alla vittima di stupro competa un indennizzo di €. 4.800, che diviene di €. 7.200 in caso di morte. Tali somme forfettarie, che non tengono conto della gravità delle conseguenze del reato per la vittima, sono ora state ritenute inadeguate e la norma nazionale incompatibile con il diritto dell’UE.
Chiunque sia vittima di un reato violento non risarcito dal responsabile perché nullatenente o ignoto, potrà da oggi agire in giudizio perché sia lo Stato ad indennizzarlo adeguatamente, senza che una legge ignobile limiti ingiustamente una tale possibilità.
 La pronuncia

Leave a comment

Scroll to top